giovedì 21 agosto 2008

Essere geek ed altri piccoli piaceri della vita


Anzitutto spieghiamo (ricordate i preamboli che tanto mi piaciono?)
Essere geek è un punto d'onore per tutti i membri della Factory, anzi, possiamo tranquillamente dire che è l'unico parametro preso in considerazione per farne parte.
Ma cos'è un geek diranno i più?
Semplice, il geek secondo l'autorevole Wikipedia è: "Una persona con una devozione verso qualcosa in un modo che la dispone fuori dal comune. Ciò può essere dovuto all'intensità, alla profondità o al soggetto del suo interesse". Come è ovvio siamo dei geek in quanto totalmente votati ai giochi/fumetti/B movies/al gelato gusto puffo (!?) e in quanto tali abbiamo hobby da geek, giochiamo a giochi da geek e mangiamo cibo da geek (le tigelle col salame saran cibo da geek?).
Tra i giochi da geek vorrei riportarvene uno che ultimamente, grazie a ll'operato del buon Dejo ha ripreso con prepotenza, un posto sul mio tavolino da lavoro.
Tale gioco è perfetto et assai sublime in quanto permette a noi di sfogare ben due passioni in un colpo solo, questo gioco ha il nome di Vs.System CCG e ci permette di scatenare insidiose faide interne poichè ha come tema principale i supereroi Marvel e DC.
Immaginate, un tavolo, due contendenti, due mazzi. Il primo dedicato a Batman, l'altro al suo arcinemico Ras'al Ghul. Immaginate 1 minuto di sfida portata ai massimi livelli di sportività, seguito da una mezz'ora di insulti, urla belluine, scorretezze degne di Dick Dastardly e mimica esasperata... in effetti non è proprio necessario giocare a Vs.System per ottenerle, ma diciamo che aiuta.

Orbene, noi tutti stiamo fremendo per i preparativi di un torneo del suddetto gioco, giust per prenderci una pausa dallo stress dei progetti che fino ad ora abbiamo perseguito. Aspettatevi delle news.

mercoledì 13 agosto 2008

Ho inventato un gioco! "Come stai tu a matematica?"




Iniziamo subito col dire che questo post ha radici abbastanza vecchie (mamma quanto mi piacciono i preamboli!).
Due anni fa dei giuovani inventori di giuochi si trovavano in quel di Lucca per assistere alla illustrissima manifestazione conosciuta come "Lucca comics and games", i giuovani in questione erano niente popò di meno che l'intero staff della BlackSand Entertainment Factory. Orbene, tali giuovani erano trepidanti all'idea di poter assistere alla conferenza del loro personale mito, un omino del Texas chiamato Steve Jackson, che detto così magari non fa tanto, ma per chi, come noi, non conosce religione nè geografia, quel nome significa più o meno quel che significa Zonda per gli amanti delle auto, Kolinsky per gli amanti dei pennelli o Bourdain per gli amanti della cucina, insomma è una garanzia.
Durante l'attesissima ma ahimè spopolatissima, conferenza quell'uomo, che noi con sentimenti di massimo candore, guardiamo un po' come un papà, disse una cosa che avrebbe influenzato il nostro modo di lavorare solo dopo lungo tempo. Disse che per realizzare dei giochi bisogna avere una buona conoscenza della matematica. Li per li io, che stavo in prima linea con un cartellino "Stampa" falso come una banconota da 23 Euro, mi limitai a prendere appunti senza credere troppo a quelle parole.

- fine del preambolo -

Oggi mi trovo a creare giochi in una maniera un po' meno ingenua, diciamo che cerco di dare alle creazioni un'impostazione simile al professionale, e ripenso a quello che disse Steve Jackson con molta più preoccupazione, essendo io per la matematica quello che una lama smussata è per una bistecca succulenta ( inutile).
Oggi, dicevo, la BSEF si trova a dover risolvere un problema di sistema di un gioco. Il gioco in questione fino ad un mese fa andava benissimo, sembrava un orologio, senonchè, come ho detto nel post precedente, spunta fuori un problema dell'ultimo minuto:
Skimia: «Bro, ma il nostro sistema prevede il lancio di 6 dadi a sei facce vero?»
Conjljo: «Si, certo bro»
Skimia: «E dimmi bro, questo gioco dovrebbe essere gratuitamente scaricabile dalla rete, da qualunque tipo di curioso vero?»
Conjljo: «Questo era il piano Sir.»
Skimia: «Abbiamo un problema»
Conjljo: «...eggià»
Le nostre menti, in vacanza alla playa di Surrealandia d'improvviso tornarono a casa.
Trovare un sistema che possa simulare la varietà di risulatati garantiti da sei dadi a sei facce non è cosa esattamente immediata, ma noi c'eravamo messi nel pantano e noi ce ne saremmo tirati fuori.
Ed ecco che di colpo la statistica diventa decisamente utile, se volete creare giochi e conoscete la permutazione con ripetizione ( che per me significava solo "scambio un oggetto in cambio di un oggetto" prima) eviterete questo tipo di lavoro (punto 1 sull'immagine).
Naturalmente essendo un lavoro mattacchione non possono mancare sul nostro foglio di lavoro, rigorosamente di block notes, gli appunti sagaci (punto 2) che ci aiutano, in un secondo tempo, a capire a cosa serviva quel foglio così pieno di piccoli simboli, in modo tale da rendere il lavoro più semplice e scorrevole.
Tutto questo per dire che se dovete calcolare le molteplicità di uscita di alcune variabili (!???) e non volete consumare penna e fogli (punto 3) era meglio se stavate attenti durante l'oretta di matematica a scuola. Ma si sa, dagli errori si impara.

Inside the post

Se non conoscete Steve Jackson e le sue prodigiose opere date un'occhiata al suo sito, che ahimè è solo in inglese.

Se, come me fino a pochi giorni fa non avete idea di cosa sia la permutazione con ripetizione Wikipedia vi viene in soccorso, anche perchè io non saprei proprio spiegarla.

domenica 10 agosto 2008

Ho inventato un gioco! "Aspetta, cos'avevamo detto?"

A volte, o meglio, con allarmante frequenza, i giochi non si inventano lavorandoci sopra, ci si limita a rivedere qualcosa di già scritto e si viene colti da una specie di frenesia creativa, certe altre volte il destino beffardo ti lascia raggiungere un traguardo, per poi farti notare un errore a volte, o meglio, con allarmante frequenza, madornale.
In genere quando un gioco viene "costruito" si raggiunge il momento del "Playtesting", cioè la fase in cui il prodotto, pur avendo un aspetto embrionale è giocabile, e viene provato da ignare cavie che non capiscono assolutamente nulla delle regole, perchè illustrate sommariamente nella confuzione pre partita, ma che si immolano volantariamente per il bene del progetto, magari divertendosi nonostante le manchevolezze del sistema di gioco.
La fase di playtesting per essere fatta bene deve coinvolgere molti partecipanti ed essere ripetuta più volte, in modo tale da far affiorare tutti gli errori di progettazione e permettere ai game designers (oscura parola in un idioma antico traducibile con "malati mentali") di correggere tali errori. Più giocatori partecipano al play testing più è facile che questi errori affiorino in fretta ed il mestiere dei game designers diventa più facile e spedito. I progettatori, infatti, avranno cura di appuntarsi tutti i problemi riscontrati dai giocatori, e pieni di energia creativa, torneranno al tavolo per sistemare i problemi fino ad ottenere un buon gioco completo e ben definito.
Tutto quello che è stato detto accade in linea puramente teorica.
Nel reame di Surrealia (un paese scevro da unicorni ed arcobaleni, ma pieno di nonsense) dove laBlackSand Entertainment Factory ha sede, i giochi vivendo una vita propria, raggiungono la fase detta "Ehi! Sembra che tutto fili liscio", per poi cadere in quella ampiamente conosciuta come "C$&&0! Questo non funziona proprio" che posticipa il momento del playtesting di qualche tempo, diciamo, giusto il tempo di trovare una nuova soluzione e di riscrivere in toto il regolamento.
Ora, immagino che questo post non rifletta esattamente un'immagine assai professionale, ma almeno nessuno potrà mai dire che su questo Blog ci siano scritte delle menzogne.

domenica 3 agosto 2008

I love the world

Bork


Questo è il video che Discovery Channel sta utilizzando per la sua campagna pubblicitaria 2008 .

Perchè inserire un post che parla di questo video invece delle solite considerazioni sui giochi?
Punto primo perchè Discovery Channel è uno dei pochi canali televisivi che seguo assiduamente, nonostante che da tre giorni Discovery Civilization sia uscito dal mio televisore.
Punto secondo perchè questo spot muove qualcosa dentro di me. Non nego che possa sembrare piuttosto stupido che un omaccione si commuova quando sente "I love the whole world it's just a brilliant place", ma il fatto è che è proprio così per me, amo le montagne, il cielo azzurro e l'oceano, amo il mondo e tutte le sue stranezze, non mi stanca mai il cercare risposte alle mie domande. Mi piace il mondo, mi piace (quasi sempre) chi lo abita, mi piace guardarmi intorno.
Si, caro Discovery Channel, The world is just awesome.